Bartolucci Agostino
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Si partiva da
Cardoso (così
ricorda Agostino) insieme a Bartolucci Alpino e Pierotti Andrea; si
risaliva su fino in "Cima alla Ripa" dove c'era ad attenderci quello
che era la nostra guida, il più anziano e il più esperto
di tutti noi: Lorenzo Barsanti, ma per tutti era il "Lorè". Dopo
aver scambiato due parole e un rapido saluto, si ripartiva tutti
insieme per la nostra meta. Si saliva su verso il "Pozzo dei Corvi"
passando sopra "Il Cerraccio" e "Il Pitoncino", si arrivava poi con il
cuore in gola al "Colle delle Quercie" e su fino sul "Prado di Valli" e
su ancora ansimando fino ai "Posatoi" e infine verso la buca della
neve. Arrivati, entravamo dentro la cavità della roccia dove le
nevicate e il vento l'avevano ammucchiata e, con l'accettino, si
cominciava a farne dei pani che mettevamo dentro le "balle" con foglie
e paglia, in modo da farne una sorta di isolante. Appena pronti si
ripartiva per tornare al fondovalle per poi vendere, a chi ne avesse
fatto richiesta, il frutto delle nostre fatiche. Era una grande e
faticosa camminata, a tratti anche pericolosa, spesso fatta con
scarponi di fortuna ridotti al lumicino, ma per alcuni era l'unica
fonte di guadagno che ci poteva essere in quei tempi di magra. Questa
attività è durata anche dopo l'avvento dei frigoriferi,
ma lo si faceva più per dire di essere andati a prendere la neve
sulla "Pania" che per un effettivo bisogno e per lo più serviva
per rallegrare le feste patronali estive come S. Leonardo, S. Maria, S.
Rocco. |